Composizione di frutta essiccata |
Le feste natalizie sono occasione di gioia e serenità da trascorrere in famiglia e con gli amici. Ci si ritrova riuniti a tavola, magari accanto ad un grande albero illuminato da lampadine multicolor e di fronte ad un bel presepe. Oltre alle decorazioni, alle pietanze, alla tavola da imbandire, non può mancare la frutta secca a fine pasto, servita quasi sempre col tradizionale panettone, pandoro e torrone. Ricche composizioni di prugne e albicocche essiccate, gustosi datteri e fichi secchi riempiono gli scaffali dei supermercati. Ceste di noci, nocciole e mandorle si presentano davanti ai nostri occhi come decorazioni insostituibili per la tavola delle feste.
Perché? Sicuramente molti di noi se lo saranno chiesto più volte. Chi non ricorda da bambino gli immensi vassoi di: noci, nocciole e mandorle con uno o più schiaccianoci da utilizzare a turno dopo un abbondante pasto?
La frutta secca ha una tradizione antica, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Difficile stabilire come sia entrata nella tavola natalizia e come ancora oggi accompagni i piatti delle feste. C'è chi sostiene che sgranocchiare la frutta a guscio, sia un piacevole passatempo tra una chiacchierata e l'altra dei commensali in attesa dei dolci.
Non bisogna inoltre dimenticare che panettoni e torroni contengono il nostro prezioso alimento.
L'origine del consumo di frutta secca.
Le proprietà benefiche e l'apporto energetico della frutta secca era già ben noto agli Egizi, grandi consumatori i di datteri. I Romani non furono da meno ed i suntuosi banchett contenevano spesso pietanze ripiene di frutta secca. Datteri, miele e ricotta erano la base dei dolci imperiali. Il celebre cuoco e gastronomo romano, Apicio, nella sua opera "De coquinaria" riporta una serie di pietanze da servire con ripieno di datteri, prugne, noci e miele. Con l'avvento del Cristianesimo e la sovrapposizione della nuova religione sul sostrato romano, la frutta secca entra a far parte del ricco banchetto natalizio per festeggiare la nascita di Gesù Redentore. Nel corso dei secoli noci, mandorle, nocciole accompagnano i pasti di nobili e plebei e sono utilizzate per preparare gustosi dolci. Da un secolo ad un altro la tradizione arriva ai nostri giorni.
Perché la frutta secca?
Due tradizioni diverse spiegano in modo tutt'altro che fantasioso le ragioni di tale abitudine gastronomica.
Nei secoli scorsi, gran parte della popolazione non disponeva di grandi risorse economiche. Regalare un cesto di frutta secca significava sostituire i dolci, cari e difficilmente accessibili a gran parte della popolazione in occasione delle festività.
Una seconda tradizione sostiene che non potendo avere frutta fresca nei rigidi mesi invernali, l'essicazione di alcuni frutti come prugne e albicocche, unita alla frutta a guscio permetteva un adeguato consumo di fibre. Entrambe le tradizioni contengono verità ma dobbiamo riconoscere che Natale senza la frutta essiccata non sarebbe tale. Col passare degli anni, la nostra frutta diviene sempre più innovativa e particolare. Ecco allora apparire l'ananas essiccato, fichi ricoperti di cioccolato dal piccolo cuore di mandorla. Una variegata realtà deliziosa e multicolore, una goduria gradevole alla vista ed al palato. Una specialità che accompagna le tavole delle feste, saluta il vecchio anno, accoglie il nuovo fino al pranzo conclusivo dell'Epifania.
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